Per comprendere le paure dei Governatori del sud basta leggere il Rapporto Svimez

di Tonino Scala

 

In queste ore sui volti di tutti i Presidente delle Regioni del Mezzogiorno la tensione fa da padrona. Le paure, i tentativi con i mezzi più svariati di contenere il virus che sta aggredendo l’Italia, hanno delle solide fondamenta che troviamo scritte nel rapporto Svimez del 2019. Leggendolo troverete la radiografia delle paure. Proviamo ad esaminarlo insieme. La spesa sanitaria pro capite in Italia nel 2016 è di circa 1.800 euro e di 2.800 nella media UE a 15. Siamo a 3.000 euro circa in Francia e Danimarca e a 3.800 in Germania. A questo disastro va aggiunto il divario interno al nostro Paese: circa 1.600 euro nel Mezzogiorno e 2.000 euro nel Centro-Nord, il 25%. Al Sud la spesa sanitaria inferiore del 25% rispetto al Centro-Nord. Divari ancora più ampi tra Nord e Sud del Paese si rilevano nella dotazione di posti letto nei presidi 30 residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari. I posti letto complessivi per 100.000 abitanti, sono 791 nel Centro-Nord e 363 nel Mezzogiorno. Relativamente più equilibrata è la situazione del Mezzogiorno con riguardo ai minori (173 posti letto a fronte di 201 nel Centro-Nord), peraltro, in netto peggioramento dal 2009 soprattutto nelle regioni meridionali. Ampi squilibri si rilevano con riguardo ai posti letto per disabili (53 posti letto a fronte di 100 nel Centro-Nord), e ai posti letto per anziani (1.137 posti letto a fronte di 2.608 nel Centro-Nord). Nel Rapporto è anche evidenziato come continui l’emigrazione ospedaliera verso le regioni del Centro-Nord: circa il 10% dei ricoverati per interventi chirurgici acuti si sposta dal Sud verso altre regioni. Per non parlare poi dello squilibrio tra necessità e risposte ricevute dai cittadini per le famiglie che hanno un componente con problemi di salute. L’analisi territoriale evidenzia che dove la richiesta è maggiore la risposta è minore: nel Mezzogiorno il 35,6% delle famiglie vorrebbe ricevere aiuto ma solo il 12,5% lo riceve. Sensibile il divario anche al Nord dove il 23,5% vorrebbe ricevere aiuto ma solo il 13,5% lo riceve. Le famiglie del Centro sono quelle che trovano una risposta abbastanza in linea con le loro richieste (il 19,9% vorrebbe ricevere aiuto e il 18,8% lo riceve). Con riguardo ai servizi sanitari, risulta sempre dall’indagine che nel 2016 sono stati utilizzati dal 69,5% delle famiglie e che il 60,4% (circa 15,2 milioni) ha sostenuto delle spese, affrontate con difficoltà nel 62% dei casi. Rispetto al complesso delle famiglie le maggiori difficoltà si osservano in quelle più povere: nel Mezzogiorno (73,2%), nei primi due quintili di reddito la percentuale di famiglie che incontra difficoltà è sensibilmente più elevata (77,9 e 75,5% rispettivamente).A livello territoriale le maggiori difficoltà si incontrano nelle aree meno sviluppate: nel Mezzogiorno la percentuale di famiglie che incontra difficoltà è del 73,2%. Insomma nel disastro Italia rapportato glia altri stati europei che il disastro Mezzogiorno.

La storia sarà maestra di vita? Ai posteri l’ardua sentenza!

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