
di Tonino Scala
C’è una primavera che risveglia non solo la natura, ma anche le geometrie della politica italiana. Un nuovo studio curato da Antonio Floridia, analizzando i dati delle europee 2024, apre uno spiraglio concreto per una possibile svolta: l’alleanza tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, se ben strutturata, potrebbe strappare alla destra guidata da Giorgia Meloni almeno 31 collegi uninominali, cambiando gli equilibri alla Camera e potenzialmente anche al Senato.
Lo scenario descritto è tutt’altro che utopico. I numeri parlano chiaro: nelle regioni rosse, al Sud e nelle isole, la coalizione giallorossa è in netta rimonta. Il centrodestra, che nel 2022 aveva dominato con 112 seggi, oggi vedrebbe la sua rappresentanza ridotta a 78. Un’emorragia di consensi che, se confermata da un’alleanza strutturata e coerente, rischia di compromettere la solidità della maggioranza meloniana.
La chiave? La somma dei voti delle europee 2024: Pd al 21%, M5S al 17% e Avs all’8,5%, contro il 43,8% del centrodestra. Numeri che, tradotti nei meccanismi dell’attuale legge elettorale, potrebbero portare l’alleanza progressista a riconquistare territori oggi blindati dalla destra. In Toscana, Sardegna, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Sicilia e perfino nel Lazio e in Calabria, la partita si riapre.
Ma la sfida non è solo numerica: è soprattutto politica. La fotografia che emerge dai dati rivela la necessità di un progetto comune tra le forze di opposizione, capace di superare personalismi e litigi del passato. Serve una visione condivisa, che parli al Paese reale, alle sue sofferenze, alle disuguaglianze, al bisogno di giustizia sociale e ambientale.
Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sono oggi chiamati a un’assunzione di responsabilità storica. Non si tratta solo di fare massa critica contro il governo Meloni, ma di offrire un’alternativa credibile, popolare e radicata nei territori.
In un’Italia attraversata da crisi economiche, guerre, emergenze ambientali e sociali, l’unità delle sinistre non può più essere solo un auspicio da salotto. È un dovere politico e morale.
La possibilità di fermare Meloni e soci c’è. Adesso la palla passa alla politica.
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