
di Gabriella Notorio
L’educazione alla sessualità può essere insegnata scuola, ma solo nelle Scuole Secondarie di secondo grado, per intenderci le superiori, ma previo consenso dei genitori che dovranno conoscere temi e materiale didattico posto ai loro figli.
Divieto assoluto, invece, per le scuole primarie e secondarie di primo grado ovvero le medie.
Per gli alunni e le alunne di questo ciclo le tematiche di educazione sessuale vengono ritenute dalla Lega troppo ideologizzate perché se ne parli a scuola.
Peccato che puntualmente si ignori il dettame della Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011 e ratificata anche dall’Italia nel 2013, che riconosce nell’educazione affettiva, emotiva e sessuale gli strumenti di prevenzione per affrontare la violenza maschile contro le donne ed arginare la violenza scolastica tra i più giovani.
In Svezia, l’educazione sessuale è materia scolastica obbligatoria dal 1955 e i temi legati alla sessualità vengono discussi già tra i banchi delle scuole primarie, osservando negli anni una significativa riduzione di violenze e comportamenti aggressivi tra i giovani, fuori e dentro le scuole.
L’Italia figura tra i Paesi sempre incerti sulla scelta di introdurre l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole, ma ben più grave appare l’emendamento della Lega approvato ieri 15 ottobre 2025 in Commissione Cultura della Camera.
Il governo e la Lega principalmente hanno mostrato da sempre di avere problemi con il tema dell’educazione sessuale.
Tra bigottismo ed ignoranza continuano a non voler trovare soluzioni preventive allo stupro, alla diffusione, sempre più in aumento, delle malattie sessualmente trasmissibili, alle questioni riguardanti il consenso nei rapporti intimi e nelle relazioni.
Bloccare i programmi educativi che promuovono il rispetto reciproco, la consapevolezza nelle relazioni e un’idea sana dei rapporti intimi è da irresponsabili e colpisce senza mezzi termini la salute e il benessere del giovani uomini e delle giovani donne.
Alla Lega la prevenzione non interessa affatto.
Alle Lega piace intervenire con la repressione e la punizione.
Ma questi strumenti, seppur necessari, sono solo il cerotto che si appone dopo, quando il fatto o il reato è già accaduto.
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