Tre vite spezzate nel silenzio assordante delle parole vuote

Tre operai sono morti cadendo da un montacarichi in un cantiere a Napoli, 25 luglio 2025. I tre stavano lavorando alla ristrutturazione di un palazzo in via San Giacomo dei Capri. ANSA/CESARE ABBATE

 

di Monica Buonanno

Stamattina alle 9:40, in via San Giacomo dei Capri al Vomero a Napoli, tre operai cinquantenni sono morti precipitando dal sesto piano, quando il montacarichi su cui stavano lavorando si è ribaltato per un cedimento strutturale. Tre nomi, tre famiglie distrutte, tre esistenze cancellate in un istante.

E ora inizierà il teatrino delle dichiarazioni di circostanza.

Oggi stesso, nelle prossime ore, leggeremo decine di comunicati che ci ricorderanno solennemente che “la sicurezza sul lavoro è un investimento, non un costo”. Parole che si susseguiranno identiche, rituali, come fossero una formula magica capace di riportare in vita chi non c’è più.

Ma quando quelle parole risuoneranno nelle stanze dei consigli di amministrazione, quando attraverseranno gli uffici delle imprese, quando rimbalzeranno nelle aule istituzionali, quanti operai saranno ancora morti?

E domani, come ieri, altri continueranno a morire.

Perché la verità è semplice e brutale: se la sicurezza fosse davvero considerata un investimento, non avremmo oltre mille morti sul lavoro ogni anno in Italia. Se fosse un investimento, non si risparmierebbe sui dispositivi di protezione, non si accelererebbero i tempi a discapito dei protocolli, non si chiuderebbe un occhio sui controlli.

La retorica della “sicurezza come investimento” è il mantra che assolve le coscienze, che permette di dormire sonni tranquilli dopo aver firmato appalti al ribasso dove la sicurezza è la prima voce di spesa a essere sacrificata.

Tre operai morti a Napoli non sono una “tragedia del destino”. Sono il risultato di un sistema che ha fatto della vita umana una variabile economica. Sono la conseguenza di una cultura aziendale che considera gli incidenti sul lavoro “danni collaterali” accettabili del profitto.

Fino ad allora, le parole suoneranno come una bestemmia sulle bare di chi non tornerà più a casa.

25.07.2025 Si muore per lavoro.

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