Quando le cure non curano

di Luigi Bartalini

Ci sono diversi aspetti che in questa emergenza, ma ancora prima, gettano nell’impotenza, nella frustrazione di sentirsi inadeguati, e non è la parte relativa alla sanità, no certo, lì non possiamo che attenerci alle indicazioni del Governo e sperare di non ammalarci, nel caso di affidarci al nostro bistrattato e sempre sotto attacco Servizio Sanitario Nazionale (SSN), bersaglio dei tagli più miopi e vergognosi degli ultimi due decenni, è piuttosto la parte burocratica della vicenda, nella quale ci ha precipitati, ho quasi pudore a dirlo, il Governo.
Perché pudore, perché in realtà la colpa non è di chi guida l’Italia in questo particolare momento, ma il percorso intero, quello che in maniera scellerata è stato messo in piedi, negli ultimi settanta anni, creando un’amministrazione pesante e rugginosa, impacciata e incapace di attendere alle esigenze di cittadini e Imprese. Con uffici, quelli necessari di solito, in carenza di strutture e Personale, e altri, Enti, partecipate, ammucchiamenti burocratico-amministrativi, inutili e con esuberi di Personale evidenti.
In sostanza, il Decreto “Cura Italia” è la rappresentazione, come tutti fino a oggi, più evidente del fallimento totale del sistema Italia. Non si capisce niente, è pieno di risposte non date, di eccezioni, è indispensabile l’ausilio di tecnici per capirci qualcosa, fatto salvo il fatto che anche loro, interpellati, hanno bisogno dei regolamenti attuativi, degli ulteriori chiarimenti, dei moduli, e del click-time, insomma un altro casino degno di questo apparato burocratico mastodontico, cresciuto a dismisura, rispondente solo a logiche di appartenenza partitica per la creazione di favore politico e non misurato nelle entità effettivamente necessarie, un crogiuolo di procedure messe in piedi per giustificare l’esistenza di uffici altrimenti inutili, il tutto per bloccare alla fonte la possibilità di accedere in concreto a degli aiuti. Il risultato è che alla fine le eccezioni sono talmente tante e confuse che ti fanno passare pure la voglia di accedervi.
Quello che emerge, ancora una volta, è l’incapacità di chi, di volta in volta, guida il Paese, di comprendere le esigenze spicciole, le difficoltà ad andare avanti e i colpiti sono sempre coloro i quali producono ricchezza, lavoratori e Imprese, che, al di là di dichiarazioni retoriche di politici nostalgici, sono proprio sulla stessa barca.
Vorrei tanto si capisse che non c’è più tempo, che è finita l’ora della propaganda, che i problemi bisogna affrontarli e risolverli in concreto, chi governa deve “lavorare per non essere rieletto” (buffo, ma a volte le citazioni efficaci possono anche sortire da una commedia come “Bentornato Presidente), e fare scelte anche impopolari pur di apportare un contributo che migliori la vita del Paese e dei cittadini.
La nostra macchina amministrativa, che a ogni tornata elettorale ci dicono voler ammodernare in realtà non ha bisogno di computer, di programmi, di software e interattività sempre più spinta, ha bisogno di formazione del Personale, di consapevolezza dei ruoli, di procedure snelle che risultino efficaci, è inutile comprare una Ferrari per le strade di campagna. Dopo che vengono introdotte delle modifiche alle procedure per accedere a un qualunque servizio, chi promulga dovrebbe sedersi davanti a un pc e vedere cosa realmente succede, impossibile spesso accedere, siti bloccati, temporaneamente non funzionanti, fanno Leggi e procedure e complicano solo le cose, il Paese sta affogando in un mare di burocrazia inutile, sono riusciti a rendere questo termine sinonimo di lentezza e complicazione, quando invece dovrebbe rappresentare il funzionamento della macchina statale.
E ora…il terzo modulo di auto-certificazione…

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