Il giovane Enrico incanta il Lussemburgo: una serata tra memoria, radici e futuro

 

Nella capitale del Lussemburgo, tra le strade ordinate e i cieli stranieri, è andata in scena una tappa emozionante del viaggio de Il giovane Enrico, il libro firmato da Andrea De Simone e Tonino Scala. L’incontro, ospitato dal Circolo Culturale e Ricreativo Eugenio Curiel in collaborazione con il Circolo PD Luxembourg, si è tenuto mercoledì 14 maggio alle ore 19 presso la sede del CLAE, in rue de Gasperich. A moderare la serata è stato Antonio Libonati, segretario del PD Luxembourg, con un contributo d’eccezione dell’onorevole Sandro Ruotolo.

Ma più che una semplice presentazione, è stata una serata vibrante, accesa, dove la letteratura ha fatto da ponte tra passato e presente, tra chi partì ieri con una valigia di cartone e chi oggi lo fa con una laurea in tasca. Il giovane Enrico, figura simbolica e concreta allo stesso tempo, ha saputo dare voce a un popolo che ancora si muove, che ancora cerca.

Si è parlato con emozione dei “treni rossi”, quelli che, grazie alla sede del PCI estero, portavano minatori e operai a votare in Italia: viaggi epici, spesso clandestini, affrontati con coraggio da uomini che non avevano nulla, se non la dignità e il senso della partecipazione democratica. In molti tra i presenti ricordavano quei giorni, le partenze all’alba, i documenti nascosti, la paura e l’orgoglio. Ricordavano anche la nascita della sezione del PCI in terra straniera: una casa politica seria, accogliente, punto di riferimento per centinaia di italiani.

Ed è proprio qui che la storia si piega al cuore: perché oggi, accanto agli anziani, c’erano i giovani. I nuovi emigrati. In cerca di un futuro che l’Italia spesso non sa più garantire. Emigrati diversi, certo, ma uniti da una stessa malinconia, da uno stesso desiderio di costruzione, di appartenenza, di riscatto.

La serata ha tessuto un filo rosso tra generazioni lontane ma profondamente affini. Si è parlato di politica, di emigrazione, di identità, ma anche di passione, di dignità e di speranza. Di quella forza che nasce dal ricordo ma che non si ferma alla nostalgia.

Il giovane Enrico, in fondo, è anche questo: un invito a non dimenticare, ma soprattutto a non arrendersi. Una voce che, tra le pieghe della storia, continua a camminare insieme a chi cerca giustizia, lavoro, amore, vita. Anche lontano da casa.

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