Campania, ospedali che diventano focolai

di Tonino Scala

 

Ospedali focolai: il San Leonardo di Castellammare con reparti dimezzati, chiusa chirurgia dell’ospedale di Nocera chiuso. A Napoli si fermano le ambulanze. Sono settimane, ormai un mese, che chiediamo con forza di non utilizzare arme di distrazione di massa ricche di colore e di affrontare con serietà una vicenda già difficile per lo stato dell’arte pregresso che purtroppo è scoppiata nel peggiore dei modi. È così ovunque direte, vero, ma non per questo possiamo e dobbiamo sempre rassegnarci. Se gli ospedali diventano focolai dicevamo… tali son diventati nonostante il grido d’allarme lanciato con forza anche dai sindacati. Mancano dispositivi di sicurezza, gli operatori sanitari sono diventati carne da macello. In queste ore mi assale il senso d’impotenza. Decine le chiamate, i messaggi di medici, infermieri, uno di questi che ti annuncia che dopo aver prelevato dalla propria abitazione un contagiato con mascherina, tuta, buste al posto dei calzari comprate dal ferramenta, meglio quello che niente, “prenderò anche io il covid Tonino”: e così è stato. I sindacati ogni giorno chiedono con forza, attraverso documenti durissimi, provvedimenti. Le risposte? Meglio non parlarne per non rischiare di diventare macchietta. L’emergenza non è ancora scoppiata, mi auguro che questo benedetto picco non arrivi mai, e siamo già al collasso. La cura, la diagnosi, la sanità scaricata sulla buona volontà dei medici di base che rischiano di crollare o morire come è accaduto al povero Giovanni Tommasino. Non vorrei fare l’elenco delle cose che non vanno e dire lo avevamo detto, chiediamo serietà e rigore, ora, bisogna fare presto, prima che sia troppo tardi.

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