Dopo gli Stati Generali, che fare della cultura?

 

di Costanza Boccardi

Segreteria Regionale Sinistra Italiana Campania 

Il 13 e 14 Giugno si sono tenuto gli Stati Generali della Cultura organizzati al Teatro Bellini nell’ambito delle attività promosse Sole 24 Ore con il supporto della Regione Campania. Si sono alternati sessione plenaria e tavoli tematici divisi per i comparti principali della filiera culturale.

Al di là dell’ovvietà di molti interventi, per lo più istituzionali, volti a sottolineare gli aspetti positivi della crescita culturale della Regione Campania, gli operatori e le operatrici hanno invece sottolineato, soprattutto nel momento riservato ai singoli tavoli, le criticità più evidenti quali la crisi che sta vivendo il settore dell’audiovisivo, e che non risparmia la Campania, e le difficoltà dello Spettacolo dal Vivo, particolarmente importanti in un settore che conta oltre 12.000 addetti in Regione.

Inoltre, senza nulla togliere al lavoro della Direzione Generale Cultura e alle leggi regionali su audiovisivo e spettacolo dal vivo il cui impianto resta uno dei più avanzati in Italia, è evidente che ormai non è più accettabile la mancanza di un assessore con delega specifica, cosa che avviene peraltro anche nel Comune di Napoli e in Città Metropolitana. Si evidenzia infatti come il concetto di cultura venga sempre più assimilato a quello di turismo e di creazione di eventi spesso fine a se stessi, mentre non si vede uguale impegno sul sostegno non occasionale agli artisti e alle artiste e sulla elaborazione di politiche culturali volte a permettere la sperimentazione e l’innovazione dei linguaggi.

Un tema a parte rimane quello della formazione professionale che non è ancora arrivata ad interagire seriamente con le necessità del ricambio generazionale e della creazione d’impresa.

Gli Stati Generali dovrebbero essere propedeutici ad una riflessione ampia in vista delle prossime tornate elettorali, poiché il mondo della cultura non può limitarsi ad una funzione di supporto al candidato di turno ma deve recuperare la capacità di un altro sguardo, insieme visionario e profetico.

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