Nel grembo del dolore: la Pietà che non vediamo

Io non so quanti hanno in mente la “Pietà di Michelangelo”, uno dei massimi esempi dell’Arte Rinascimentale e il cui significato è carico di simbolismo: il corpo senza vita di Cristo appoggiato sulle ginocchia della Madonna. Un’opera che trasmette la materna, profonda devozione della Vergine Maria nei confronti di suo Figlio, Gesù.

 

Io non so quanti, invece, hanno in mente la “Pietà di Gaza”, vincitrice del World Press Photo 2024: il candido telo contiene la salma di Saly, una bambina di cinque anni, racchiusa in un sudario, nell’abbraccio della sorella della madre, sua Zia Inas.

 

Ebbene, in entrambi i casi, immagino Petru e sua Moglie Mirela…

 

Li identifico nella “Pietà di Michelangelo” e nella “Pietà di Gaza”: le urla, il dolore, lo sbigottimento di Mirela sono uguali a quelle della Madre di Cristo e della Donna di Gaza…

 

Attorno a Cristo, le pie Donne; attorno alla Donna di Gaza, la disperazione del dolore in Palestina, dove è in atto un genocidio; attorno a Petru, fotografi occasionali…

 

Nessuno diede una mano a Mirela, nessuno aiutò Petru!

 

Allora è giusto, è doveroso, è obbligatorio ricordare Petru Birladeanu, Vittima innocente di camorra!!

 

…Ed in un volo pindarico, si può affermare che Petru è paragonabile al Pablo di Francesco de Gregori: è vivo!!!

 

Si, Petru è vivo…

 

 

 

 

 

EMILIO VITTOZZI

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