Qui. Ora.

di Sirio Conte

Nel corso delle ultime settimane alcuni avvenimenti hanno reso più chiaro lo scenario politico e sociale che stiamo vivendo nel nostro paese.

Innanzitutto gli eventi di Firenze e di Crotone. Non solo per i fatti in sé, vale a dire da un lato l’aggressione squadrista agli studenti e dall’altro il drammatico naufragio sulle coste calabre con le decine di morti e la disperazione dei superstiti. Infatti episodi analoghi vi sono già stati anche nel recente passato. La differenza, il vero e proprio salto di qualità, l’hanno fatta le dichiarazioni degli esponenti del governo. Il ministro dell’istruzione (e del “demerito”) invece di condannare la violenza subita dagli studenti, minaccia di provvedimenti la preside che aveva sentito il dovere di esprimere la propria preoccupazione ricordando come proprio da atti simili prese le mosse il fascismo ed il paese precipitò nel baratro della dittatura e della guerra. Ancora peggiori, come se fosse possibile, le dichiarazioni del ministro degli interni che rendono evidente il totale disprezzo verso la vita umana da parte di un governo che ha a cuore soltanto gli interessi di speculatori, evasori e malfattori cioè il blocco sociale che ha definitivamente e senza più limitazioni preso il potere. Questa è infatti la questione che abbiamo davanti: lo slittamento sempre più a destra dell’asse politico del governo.  Oggi abbiamo i fascisti che governano uno dei più importanti e popolosi paesi dell’Unione Europea. Senza addentrarci nelle evidenti responsabilità in capo ai partiti di centrosinistra che hanno composto il governo Draghi ed hanno spianato la strada a Meloni e camerati, appare chiaro che la pratica prevalente fino ad oggi di guardare il dito anziché la luna, va rapidamente archiviata.

Poi le primarie del PD. Anche qui il tema riguarda la novità nel contesto attuale. Perché è vero che nel passato anche recente si è avuta una maggiore partecipazione, ma il valore di ciò che è accaduto sta nella particolare fase che sta vivendo il paese. “They didn’t see us coming” (non ci hanno visto arrivare) è il titolo di un saggio di Lisa Levenstein, la nota femminista americana. Ed è la frase pronunciata da Schlein commentando la vittoria. In effetti non l’hanno vita arrivare non solo dirigenti e apparato del PD, ma anche la schiera di pennivendoli che in tutti questi anni sono stati impegnati ad evitare che la politica del centrosinistra collidesse con gli interessi dei grandi gruppi industriali ed editoriali, così come dei grandi poteri sovrannazionali. In queste primarie si è manifestato un segnale che proveniva dal profondo della società, una parte di quello che viene definito popolo della sinistra (in particolare nel cuore delle grandi aree  urbane) ha deciso di prendere parola ed influire sulla politica. Adesso però i nodi verranno al pettine. Da un lato non ci sono più alibi del recente passato che tengano. Con i fascisti al governo il tema di una alleanza tra le forze democratiche non potrà essere eluso. In particolare dalle 2 principali: PD e 5 stelle. Dall’altro i contenuti dell’opposizione, a partire dal fatto che i costi della crisi e della ripresa non possono continuare a gravare sui lavoratori. Né può continuare il gioco stucchevole di contrapporre diritti sociali vs. diritti civili. Al contrario deve emergere una piattaforma che unisca giustizia sociale, sostenibilità ecologica, conquiste civili. Soprattutto il tema della pace. Su questo occorrerà scrollarsi di dosso ogni subalternità agli interessi USA e proporre da subito una iniziativa che parta dalla necessità di un cessate il fuoco e l’apertura del tavolo negoziale.

Infine la sinistra. Appare chiaro che da queste vicende, per tutto ciò che si muove a sinistra (a partire dall’Alleanza Verdi Sinistra) entriamo in un’altra epoca. Potremmo dire che finisce la fase della propaganda e comincia quella della politica. Fatta di lotte, di analisi e soprattutto di partecipazione. Occorrerà ritornarci per un rigoroso approfondimento, ma sarebbe auspicabile lanciare un’occasione di confronto tra tutte quelle realtà grandi e piccole della sinistra (soggetti politici, reti associative, personalità autorevoli, movimenti, esperienze locali, presenze istituzionali) mosse da una comune preoccupazione: il rilancio dell’iniziativa unitaria antifascista e l’alternativa a questo governo.

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