
di Emilio Vittozzi
Nonostante il gran caldo di questi giorni, la dinamica “Rete Associativa – Verso il 25 Aprile” di Portici ha voluto “ricordare” la Famiglia Cappiello di San Giorgio a Cremano, sterminata a Sant’Anna di Stazzema da tre reparti della 16a Divisione Panzergrenadier Reichsfuher SS del Generale Max Simon, con l’ausilio di bande di fascisti locali.
Il 12 Agosto 1944, in poco più di tre ore, furono massacrati 560 persone, tra cui molti bambini e donne, di cui 17 napoletani: il secondo più grave di stermini compiuti dalle truppe nazifasciste, dopo la celebre Marzabotto.
Il Parroco di Farnocchia, un paese vicino che era stato raso al suolo pochi giorni prima, Don Innocenzo Lazzeri, offrì la sua vita in cambio di quella dei prigionieri: ma si voleva dare un segnale agli abitanti dell’Alta Versilia che aiutavano i Partigiani che combattevano in quella zona!
Il caldo pre-ferragostiano, impegni lavorativi, l’orario mattutino, il dis-impegno generale, non hanno fermato questo irriducibile manipolo di antifascisti: l’appello lanciato dall’attivo Michele Vanacore non è caduto nel vuoto…
Una manifestazione semplice, sobria, senza nessuna retorica, senza nessuna demagogia ma solo il preciso, chiaro impegno a lottare contro ogni forma di fascismo.
Francesco – 28 anni, Nina – 22, Mariagrazia – 1, Giuseppina – 25, sono stati “ricordati” così: da Emilio Vittozzi (che ha declamato, da par suo, un’ode del poeta Don Janni Sabucco e una della Scuola Elementare “Giacomo Matteotti” di Gubbio), dal Sub-Commissario Prefettizio del Comune di San Giorgio a Cremano, da una componente della Famiglia Cappiello, da Vincenzo Vacca (dell’ANPI) e dal già citato Vanacore.
Tutti insieme, unitamente ad esponenti del Comune, della Polizia Municipale, della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana, sotto la targa commemorativa di Via Francesco Cappiello a San Giorgio a Cremano.
Il 12 Agosto 1944, in poco più di tre ore, furono massacrati 560 persone, tra cui molti bambini e donne, di cui 17 napoletani: il secondo più grave di stermini compiuti dalle truppe nazifasciste, dopo la celebre Marzabotto.
Il Parroco di Farnocchia, un paese vicino che era stato raso al suolo pochi giorni prima, Don Innocenzo Lazzeri, offrì la sua vita in cambio di quella dei prigionieri: ma si voleva dare un segnale agli abitanti dell’Alta Versilia che aiutavano i Partigiani che combattevano in quella zona!
Il caldo pre-ferragostiano, impegni lavorativi, l’orario mattutino, il dis-impegno generale, non hanno fermato questo irriducibile manipolo di antifascisti: l’appello lanciato dall’attivo Michele Vanacore non è caduto nel vuoto…
Una manifestazione semplice, sobria, senza nessuna retorica, senza nessuna demagogia ma solo il preciso, chiaro impegno a lottare contro ogni forma di fascismo.
Francesco – 28 anni, Nina – 22, Mariagrazia – 1, Giuseppina – 25, sono stati “ricordati” così: da Emilio Vittozzi (che ha declamato, da par suo, un’ode del poeta Don Janni Sabucco e una della Scuola Elementare “Giacomo Matteotti” di Gubbio), dal Sub-Commissario Prefettizio del Comune di San Giorgio a Cremano, da una componente della Famiglia Cappiello, da Vincenzo Vacca (dell’ANPI) e dal già citato Vanacore.
Tutti insieme, unitamente ad esponenti del Comune, della Polizia Municipale, della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana, sotto la targa commemorativa di Via Francesco Cappiello a San Giorgio a Cremano.
Servizio Redazionale
Foto di Luigi Serrapiglio
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