TRATTAMENTO DOMICILIARE DEI PAZIENTI COVID- FANELLI SCRIVE AL DIRETTORE DEL DISTRETTO 38

Stefania Fanelli il consigliere comunale di Marano scrive al direttore del distretto sanitario:

Lettera al direttore sanitario del distretto sanitario di Marano n. 38 Asl Napoli 2 Nord.
OGGETTO: UNITÀ DI CRISI DEL DISTRETTO SANITARIO PER IL TRATTAMENTO DOMICILIARE DEI PAZIENTI COVID.

Alla cortese attenzione del Dott. Antimo Silvestre.
Gentile direttore Le scrivo nella mia qualità di consigliere comunale di Marano per chiederle qual è il ruolo delle Unità territoriali distrettuali nella gestione degli ammalati Covid?
Occorre che l’ istituzione di un’unità di Crisi del distretto sanitario per il trattamento domiciliare dei pazienti Covid non sia un mero pezzo di carta.
Dalle tante richieste di aiuto che riceviamo , sembra che non esista una vera presa in carico dei pazienti Covid e la relativa assistenza domiciliare e che non esista una rete socio – sanitaria tra i soggetti deputati.
Sui tamponi poi eseguiti con ritardo alle famiglie degli ammalati Covid e del ritardo delle risposte
Le scriverò una successiva lettera indirizzata a Lei ed al Presidente della Regione Campania.
Gentile Direttore, Le scrivo questa lettera perché riporto la sensazione di abbandono e solitudine che sentono i cittadini ammalati di Covid e le loro famiglie in merito ad una mancata trasparenza e chiarezza dei protocolli.
La verità è che non è chiaro se esista o meno un protocollo d’intervento per la PRESA IN CARICO delle persone ammalate di Covid in modo particolare per le persone anziane e sole . Dal momento in cui il medico di base prende atto della positività al virus Covid-19, chi fornisce la prima assistenza sanitaria? Come si struttura l’assistenza sanitaria? Chi e come decide se è necessaria l’ospedalizzazione o meno?
I bisogni e la prima assistenza sui beni primari (cibo, prodotti per l’igiene, ecc) a chi sono demandate sul territorio (è compito del comune)? Alla Croce Rossa? Chi lo comunica al paziente? L’utente da chi deve essere informato e seguito?
Non si capisce chi deve fare e cosa. Sembra che più soggetti debbano intervenire ed intanto nelle prime ore di emergenza non si interviene.
Si assiste magari ad uno scaricabarile dei distretti sanitari che scaricano le responsabilità su altri soggetti.
In merito ai medici di base non è chiaro cosa sia di loro competenza e cosa non.
A tutto questo si aggiunge che a nulla siano valse le richieste fatte dagli enti locali alla Regione, a partire dal mio Comune affinché l’attivazione del COC ( centro operativo comunale di Protezione civile) sia operativo concretamente con l’invio di mezzi ed uomini.
La verità e’ che esiste un vuoto enorme per la rete di emergenza ed il relativo protocollo.
Non si è stati in grado di realizzare una task Force tra i vari soggetti: Unità territoriali distrettuali sanitari, medici di base, Protezione Civile e Comune ma il vuoto più totale è da parte dei distretti sanitari per la mancata presa in Carico( a meno che non sei un personaggio noto) dei pazienti e delle loro famiglie.
Parlo dei racconti delle persone in carne ed ossa perché Egregio Direttore la teoria è una cosa la pratica è un’ altra e chi è solo e/o anziano si sente completamente abbandonato a se stesso.
Le chiedo poi di inoltrare queste domande al direttore generale Asl Napoli 2 Nord
Nella napoli 2 nord” le strutture ospedaliere stanno facendo i tamponi agli operatori sanitari? Perché il San Giuliano non ha DPI di sicurezza?”
In sintesi i territori sentono un immenso vuoto da parte delle unità distrettuali territoriali.

Stefania Fanelli, consigliere comunale Marano di Napoli

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