La semantica del presidente

di Rita Labruna

Qualche giorno fa , sui social è circolata, la foto della direttrice generale dell’AslAv2, ritratta durante lo screening epidemiologico ad Ariano, in posa vittoriale. Subito si è messa in moto la macchina del fango, sessista e maschilista. Personalmente nello specifico rifletterei, sui gesti più sobri da assumere, per chi ricopre ruoli e soprattutto in un momento delicato. Naturalmente sulle responsabilità manageriali e sanitarie nel tempo ordinario e dell’emergenza. Ma questa è un’altra storia, che merita una riflessione a parte.

Piuttosto, questo episodio è indicativo di ciò che è accaduto in questi mesi, sul fronte del linguaggio sessista, maschilista del presidente della regione Campania. Non è un caso se il linguaggio politico e le modalità comunicative abbiano subito delle evoluzioni , anche attraverso una nuova terminologia che si adatta alla pandemia. Questo non è accaduto per il presidente della regione Campania, che ha utilizzato, la coerenza gli va riconosciuta, il medesimo linguaggio sessista, maschilista e autoritario. La vicenda rievocata dimostra che il femminismo, il rispetto per le donne, non può essere manifestato a comparti stagni da chi ricopre ruoli istituzionali e politici, inteso che vale per gli uomini e le donne . Una levata di scudi non eretta nei confronti delle battute trash del capo De Luca. Troppe volte, noi come donne più che praticare solidarietà, abbiamo costruito solchi da consegnare al consenso del potere maschile e in questo caso nello specifico al Presidente.

 

È proprio il rapporto con i ruoli di potere maschile, soprattutto in politica che come donne dovremmo sciogliere, per chi svolge ruoli di rappresentanza e non. È mortificante non aver udito in questi mesi, nessuna denuncia politica rispetto al suo linguaggio. Non può essere questa, l’occasione per farsi una bella risata , se è chiaro che cura personalmente , il linguaggio delle dirette, allora questa modalità comunicativa è sistemica, figlia di una cultura politica populista e ben strutturata, per la sua propaganda. Ebbene se ci sono maschi pericolosi come cinghiali, care donne stiamo tranquille il podestà, sceriffo ci salverà da questi uomini. Solo un uomo forte più salvarci dagli uomini imbecilli. Un discorso socialmente pericoloso che considera le donne prive di autodeterminazione e autonomia, dipendenti comunque dalla forza del maschio. È rischioso continuare a banalizzare, in quanto appartenente al discorso orale. Non è il linguaggio l’ordine della nostra interiorità? La dimora della nostra essenza, della politica e Nel momento in cui quel discorso si fa pubblico? Ricordo le parole pronunciate nei confronti della Bindi allora in commissione antimafia, una donna “da uccidere”, oppure la donna che starebbe bene con Salvini piuttosto della Isoardi. “ la chiattona” riferito alla Ciarambino fino alle donne toniche che consolano, con i fuseau. Parole che non diventano ,titoli fake, di copertina per riviste internazionali o anteprima nella trasmissione di una donna, giornalista, come Lucia Annunziata.

Le parole rappresentano un passaggio, a cui susseguono pratiche, private e pubbliche. Eppure anche in Irpinia, non solo l’8 marzo, si sono tenute iniziative per ricordare che la violenza del maschio, non è una tragica fatalità, per cui basta chiedere scusa. Ma significa mettere in atto processi culturali, sociali per trasformare una società, ancora troppo patriarcale e paternalista. Difronte a contata prepotenza verbale, reiterata ogni venerdì tramite diretta Facebook, c’è stata un’assoluzione corale. Mi chiedo se questo è avvenuto, solo perché a pronunciare queste parole è un uomo che ricopre un ruolo pubblico, istituzionale e per di più , durante una pandemia? Perché la Campania è una delle regioni che andrà al voto?

Come donna, mi sarei aspettata una risposta e un intervento da parte di chi milita nel campo dei miei stessi valori, dal plurale mondo progressista, dal partito democratico, da chi ricopre ruoli istituzionali e politici anche nel consiglio regionale. Me lo sarei aspettato dal mondo delle associazioni che durante l’anno si battono per i diritti delle donne . So che in questo momento c’è una pandemia in corso, con la quale dovremmo convivere, che grazie al presidente ( secondo alcuni opinionisti) la Sanità Campana ha dato la migliore risposta possibile e basta con le polemiche, con le secce. Vi prego questo è un altro aspetto che va scisso da quello sanitario, ma che merita altrettante risposte e argomentazioni. Siamo donne, cittadine, non suddite!

 

 

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