L’alternativa c’è, scegli la tua Terra – Intervista a Tonino Scala

 

di Angela Terracciano

Nato in Germania a Krefeld da padre emigrante in cerca di lavoro, tra corsi e ricorsi storici, a cinque anni si trasferisce nella bella e difficile Castellammare di Stabia, dove vive tutt’ora, Tonino Scala incomincia a fare politica da giovanissimo ricoprendo nel 2005 il ruolo di consigliere regionale. Scrittore, sceneggiatore oggi è anche il responsabile campano di Sinistra Italiana ed ha le idee molto chiare su come è stata gestita la pandemia e sulle Regionali 2020, da “addetto ai lavori”.

Cos’è Terra?

Terra è un movimento che ha l’ambizione di voler rappresentare in Consiglio Regionale il popolo delle mascherine, non quelle per il covid, ma quelle che i cittadini campani sono costretti a mettere da sempre per difendersi dall’attacco sistematico alla Terra e di riflesso alla loro salute.

In che senso?

I disastri ambientali in Campania sono sotto gli occhi di tutti. Da anni, in modo sistematico la nostra Regione, la nostra Campania Felix viene aggredita: rifiuti tossici interrati, miasmi, fiumi inquinati, discariche della camorra, discariche fatte dallo Stato con metodi camorristici… potrei continuare all’infinito…

E Terra? La lista che si presente alle Elezioni?

Ha, appunto, l’ambizione di voler dare rappresentanza a quel mondo che la terra in questi anni l’ha difesa con la lotta…

Ovvero?

I partiti della sinistra tradizionale e i movimenti. Terra è questo. Una lista, un progetto che tiene insieme la sinistra e oltre 80 associazioni che nel corso di anni di lotte sono state affianco a difesa del nostro territorio martoriato.

Elezioni regionali 2020. Non possiamo negare il notevole vantaggio di Vincenzo De Luca nei sondaggi. Pare che il sentimento degli elettori adesso sia a suo favore.

 

«Tutti abbiamo il Salvini della situazione sia a destra che a sinistra. Noi abbiamo De Luca, che proprio come il leader della Lega utilizza i mezzi di comunicazione per diffondere messaggi populisti. E per questa ragione che sta tentando di capitalizzare quanto prima questo consenso e andare a votare addirittura a luglio».

 

Terra che ruolo avrà in questa tornata elettorale?

 

«Ci poniamo assolutamente come alternativa sia alla destra ma anche allo stesso De Luca. Non possiamo rassegnarci, vogliamo essere i protagonisti di questo cambiamento. Mi rivolgo a quelli che in questi anni si sono battuti con casacche diverse, ma dalla stessa parte, ai movimenti ambientalisti, ai comitati che hanno provato a difendere la sanità pubblica, alle forze di sinistra, alle forze ambientaliste, ai singoli cittadini che hanno provato a contrastare un sistema di potere che serviva solo a generare altro potere, alle donne umiliate da parole e gesti, a quelli a cui l’emergenza Covid ha ancor più aumentato il distanziamento sociale e politico e il rifiuto nei confronti di una pratica del potere grottesca e sopra le righe apparentemente superficiale in realtà pericolosa perché forza e sempre per finalità particolari le norme, la Costituzione e il buon senso. A questi uomini e a queste donne va il mio appello accorato: proviamo a costruire l’alternativa. Uniamoci e proviamo ad essere alternativa. La politica non è fatta di chiacchiere ma di atti concreti».

 

Lei è molto attento ai temi legati alla legalità, specie nel mezzogiorno. Come commenta l’attuale situazione all’interno della magistratura italiana?

 

«Stiamo vivendo una spettacolarizzazione della vicenda giudiziaria. Io sono stato sempre del parere che bisogna avere una netta separazione tra la politica e la magistratura, quest’ultima deve fare il suo corso e la politica dovrebbe esercitare un’azione di prevenzione contro azioni poco lineari e non, come adesso, trovarsi semplicemente a rincorrere una cosa già accaduta. Manca la totale azione preventiva che non può essere delegata alla magistratura ma dovrebbe essere azione quotidiana e strategica della politica. In questo momento i ruoli si sono completamente capovolti ed è la politica che prende atto di ciò che fa la magistratura. Questo avviene a causa di alcuni rappresentati politici che mirano solo all’occupazione degli spazi e a raggiungere i propri interessi».

 

Come valuta la gestione della pandemia da parte del Governo e nello specifico dalla Regione Campania?

 

«Il Governo ha fatto quello che poteva trovandosi dinanzi ad un evento di così grande portata. Era difficile governare in questa situazione che comunque ha visto un Governo che nell’immediato ha emanato dei provvedimenti sia per arginare l’emergenza sanitaria e anche quella economica. Per quanto riguarda la Regione Campania abbiamo assistito ad una vera e propria campagna elettorale fatta di provvedimenti che in realtà avevano l’unico scopo di aprire un conflitto con il Governo. De Luca partecipava assiduamente alle conferenze Stato-Regione e per questo motivo conosceva in anticipo le mosse del Governo e che poi ha utilizzato a proprio vantaggio. Ma in realtà quello che dobbiamo dirci è che De Luca non ha gestito proprio niente perché per nostra grande fortuna il Campania il picco dell’epidemia non è mai davvero arrivato. L’elevato numero di contagiati si sono registrati nelle strutture sanitarie e nelle Rsa dove, ricordiamolo, lui è assessore alla sanità. A Castellammare durante la pandemia su 42 contagiati, 28 si sono infettati negli ospedali. E in questo scenario pur non avendo dovuto affrontare il picco, siamo in affanno con le visite ordinarie, abbiamo pazienti in attesa di interventi e questo accade perché la sanità campana ha subito tagli e restrizioni dallo stesso De Luca».

 

Citando un articolo de “Il Fatto Quotidiano” De Luca ha utilizzato la pandemia per “strizzare l’occhio ai proprietari delle cliniche private”…

 

«De Luca, come ci ha sempre abituato, ha sempre favorito i poteri forti. Da anni si è accontentato di accettare le decisioni del Governo e per questo ha fatto tanti tagli nella sanità pubblica. Abbiamo assistito a pazienti trasferiti di notte da strutture pubbliche a private, anche in territori dove i posti di terapia intensiva non erano saturi e questa operazione ci è costata 2000 euro al giorno a malato. In fondo il governatore ha adottato il sistema lombardo favorendo lo sviluppo delle cliniche private a discapito della sanità pubblica».

 

 

Qual è il futuro di Tonino Scala?

 

«Continuare con la mia attività che mi piace e cioè quella di scrittore e sceneggiatore. Sto avendo molte soddisfazioni dalla sceneggiatura di “Ed è subito sera” film che racconta la storia del giovane ucciso a Casavatore nel 2004 in piena faida di camorra, presentato in anteprima mondiale a Los Angeles nel febbraio 2009. E poi vorrei tornare a parlare dei miei libri nelle scuole, l’ultima presentazione risale al 4 marzo a Prato e questo mi manca molto».

 

Se dovesse scegliere un titolo per rappresentare il momento storico che stiamo vivendo?

 

«1984 di Orwell».

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