Le case che producono farmaci, come l’acqua dovrebbero essere pubbliche, gestite dallo Stato

 

di Giuseppina Buscaino Nebbia

Le case che producono farmaci, come l’acqua dovrebbero essere pubbliche, gestite dallo Stato. I farmaci costituiscono grandi scoperte perché possono salvare la vita di tante persone. Ma ci si può fidare dei farmaci in commercio e delle sperimentazioni che ne testano gli effetti positivi per la nostra salute? Solo una sperimentazione di farmaci su quattro (il 26%) in Italia è infatti indipendente, mentre il resto è sostenuto e finanziato da aziende produttrici di medicinali. La percentuale del 26% di sperimentazione indipendente è positiva rispetto alla Germania dove la lobby delle imprese farmaceutiche è potentissima. Basti pensare alla Bayer, Hoechst e la Boeringer. Il British Medical Journal denuncia: ”le sperimentazioni di farmaci sponsorizzate dai produttori devono essere valutate con molta cautela, sono né trasparenti nè rigorose”. Infatti i danni che derivano da ciò sono molteplici. IL Vioxx ormai ritirato dal commercio era un antinfiammatorio e faceva parte dei fans insieme al Moment (ibuprofen) e al Voltaren (diclofenac) che sono in studio perché molto dannosi per il cuore. Il Vioxx (robecoxib) poteva anche uccidere oltre ad aumentare di cinque volte la possibilità di avere attacchi cardiaci e circolatori. Questa frase è presente nella sentenza del tribunale di Angleton,Texas (USA) che ha condannato la Merck & company, la multinazionale che produceva il Vioxx al pagamento di 235 milioni di dollari alla vedova di Robert Ernst morto nel 2001 per una patologia cardiaca. Questo farmaco antinfiammatorio era stato pubblicizzato come innocuo. Ogni tanto un farmaco usato da milioni di persone viene ritirato dal commercio perché provoca gravi danni all’organismo oppure provoca la morte dei consumatori. Da poco è stato ritirato il Ranidil fabbricato in India per risparmiare, contenente nitrosammine che sono cancerogene. L’Aulin è stato ritirato dal commercio irlandese dall’agenzia del farmaco di quel paese perché ha provocato insufficienze epatiche così gravi da dover trapiantare il fegato in diversi pazienti. L’Irlanda non è l’unico paese ad aver eliminato il nimesulide, perché pericoloso per la salute, la Finlandia e la Spagna già dal 2001 lo avevano eliminato assieme ad altri stati. In Italia invece gli esperti dell’AIFA non se la sentono di danneggiare economicamente il gruppo Roche. La Roche corporation di Basilea era uno dei soci elvetici della FARBEN, la società tedesca (finanziata dalla standard oil del gruppo Rockfeller e smembrata dopo la seconda guerra mondiale in Bayer, Basf e Hoechst) che ha permesso al dittatore Hitler di compiere i suoi crimini (produceva oltre alla benzina sintetica anche ZYKLON-B uno dei gas per lo sterminio). Una delle più terribili pagine della scienza medica fu scritta durante il nazismo. Il costoso farmaco Tamiflu che ci avrebbe salvato dall’aviaria, che avrebbe impedito il passaggio dell’influenza dai polli all’uomo su scala mondiale e combattuto un’epidemia che nei grafici clinici avrebbe potuto fare 150 mila morti soltanto in Italia, non è servito a niente. Solo a gonfiare i bilanci della Roche spa, che grazie alle ondate di panico collettivo ha venduto nel mondo, solo nel 2009, confezioni per 2,64 miliardi di euro. Due miliardi e sei per un solo farmaco che, si calcola, a quella data è stato utilizzato da 50 milioni di persone. Il settore farmaceutico non conosce crisi, neanche nel Vecchio Continente: la più grande fabbrica di farmaci del globo (per un valore di 210 miliardi). Gli Stati Uniti sono a 143 miliardi. Il Giappone si ferma a 68. L’Italia è terza in Europa per produzione, dopo Svizzera e Germania, con 25 miliardi di vendite, cioè il 19% in più di sette anni fa. Menarini (3,2 miliardi fatturato), Chiesi (1,2 miliardi) e Sigma tau (688 milioni) sono le tre aziende con i ricavi più alti. Big Pharma è un oligopolio garantito dai brevetti, poco disturbato dalle leggi. C’è un problema enorme: la non trasparenza degli studi clinici, essenziali alla ditta per testare benefici, effetti collaterali e sicurezza della molecola. La maggior parte di questi dati non sono di pubblico dominio. È l’azienda che decide quali informazioni rendere note e quali tacere. Per questo Ben Goldacre, medico inglese e autore del bestseller “Bad Pharma”, ha lanciato la campagna “AllTrials” per la registrazione pubblica dei trial clinici. Il 2 aprile scorso il Parlamento europeo ha approvato l’adozione di un database che raccoglierà i test scientifici condotti nell’Ue dal 2014. La documentazione degli altri, in pratica tutti quelli oggi a nostra disposizione, resta tabù. Nel 2012 la Glaxo Smith Kline è stata condannata a pagare la multa più alta mai comminata negli USA e il più grande risarcimento mai elargito da una casa farmaceutica, tre miliardi di dollari per concludere un risarcimento giudiziario per truffa. Ha promosso illegalmente la vendita di alcuni farmaci per indicazioni prive di autorizzazione. L’Azienda aveva distribuito mazzette ai medici, aveva evitato di segnalare alcuni problemi di tollerabilità di un farmaco nei documenti inviati all’agenzia del farmaco americana e aveva suggerito nei suoi eventi formativi che un farmaco portasse dei benefici a livello cardiovascolare, quando in realtà il materiale informativo approvato dall’agenzia segnalava la presenza di rischi vascolari. Sempre la GSK è stata condannata a pagare la multa di 240.000 milioni per aver sperimentato un suo vaccino su alcuni bambini di famiglie povere in Argentina. L’ accusa è di aver ingannato le famiglie. Quattordici di questi bambini sono morti in seguito alla sperimentazione ma la GSK ha negato categoricamente che il suo vaccino sia stato la causa di quelle morti.( Tratto da Vaccinazione – Oltre ignoranza e pregiudizi, tutto quello che davvero non sappiamo sui vaccini in Italia. Di Giulia Innocenzi). Abuse your illusions è una rivista americana su cui scrive il dottor Richard Degrandpre che ha richiamato all’attenzione studi in grado di dimostrare che i farmaci SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) (Paxil, Prozac e Zoloft) possono avere effetti negativi sui pazienti inducendoli alla violenza e al suicidio. Se si potessero fare delle ricerche senza l’ostruzionismo delle case farmaceutiche, si potrebbe verificare se c’è un collegamento tra delitti e il consumo di psicofarmaci. In Gran Bretagna è stata fatta una sperimentazione: un gruppo di depressi aveva assunto gli antidepressivi e un altro gruppo aveva assunto il placebo. I tentativi di suicidio erano del 3,2% fra quelli che avevano assunto il farmaco e del 1,5% fra quelli che avevano assunto il placebo. Il Citizen Commission for Human Rights International, ha redatto un report che è intitolato: “I farmaci psichiatrici creano violenza e suicidi – sparatorie nelle scuole e altri atti inspiegabili di violenza” e fornisce informazioni su ben 30 studi in cui viene evidenziato il legame tra varie categorie di farmaci psicotropi (antidepressivi, antipsicotici, psicostimolanti, stabilizzatori dell’umore e sedativi ipnotici) e gli effetti avversi che possono includere ostilità, mania, aggressione, autolesionismo e idee suicide-omicide. L’elenco delle nefandezze sarebbe lunghissimo e ci dobbiamo fermare. E’ chiaro che lo scopo delle multinazionali è quello di guadagnare il più possibile e non è la salute delle persone. In tanti casi le multinazionali hanno preferito pagare ingenti multe tenendo però nascosta la pericolosità di alcuni farmaci. Trovo immorale che si tragga profitto dalle malattie. La salute secondo la nostra Costituzione è un diritto, ma se qualcuno ci deve guadagnare non è più così. Credo che le case farmaceutiche dovrebbero essere nazionalizzate per agire esclusivamente nell’interesse dei cittadini. Purtroppo la mia idea in un contesto capitalista che accetta il liberismo come unico modo di impostare l’economia, sembra un’idea folle e invece è un’idea che umanizzerebbe la vita. L’industria pubblica farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, si regge su principi radicalmente opposti. La ragione è l’assenza di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione. Inoltre, le terapie naturali e tradizionali – come la medicina verde, l’agopuntura, l’ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell’isola. Sono avanzatissimi nel campo della medicina e hanno sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori.

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