Lettera aperta al Sindaco di Castellammare

Caro Sindaco,

sei la prima autorità sanitaria locale pur non avendo alcuna competenza, lo dice la norma. Cosa assurda lo so, ma con quello che abbiamo, dobbiamo provare a fare i conti. In questo momento poi il rapporto con gli Enti preposti a dare risposte in campo sanitario si fa sempre più flebile e le denunce non si contano più. Volevo sottoporti una proposta prendendo ad esempio ciò che ha fatto il Sindaco di Cusano Mutri, un piccolo Paese del beneventano. Ha acquistato test rapidi, come quelli per il diabete per intenderci, adottando il cd “Metodo Coreano” per arginare i contagi da Coronavirus. Controlli mirati su un campione di popolazione che abbia avuto sintomi (febbre, tosse) o contatti con soggetti acclarati positivi al Covid-19 e che abbia frequentato la casa di Cura Villa Margherita di Benevento e la Maugeri di Telese. Unico modo per tenere sotto controllo l’espandersi dei contagi. Le analisi effettuate su 25 persone, hanno portato alla scoperta di 8 positivi. Lo so che non siamo Cusano Mutri, ma una grande città e quel modello non è attuabile, ma si potrebbe riservare agli operatori sanitari, se non a tutti a quelli che sono stati a contatto con soggetti positivi. Potremmo come comune acquistarne, anche non in grosse quantità, ripeto solo per gli operatori sanitari.

Inoltre, giacché ci troviamo in una fase di cruciale importanza per l’andamento dell’epidemia in corso, e che ulteriori ritardi organizzativi e di scelte strategiche potrebbero vanificare i sacrifici cui è stata sottoposta la cittadinanza in questi giorni, Sindaco è fondamentale richiedere l’attuazione sistematica di una serie di protocolli codificati che preservino la salute dei pazienti e degli operatori sanitari e di tutta la cittadinanza stabiese. Le scelte della sanità regionale hanno individuato in Cmare, l’ospedale munito di pronto soccorso, che deve sopperire ai bisogni di un bacino di utenza di circa 300000 persone, avendo convertito Boscotrecase in ospedale covid. Ciò significa che sul nostro ospedale vengono convogliate persone residenti in più comuni sottoponendo ad uno stress una struttura non serrata per questi numeri. In secondo luogo per l’esiguità degli spazi non ci sono percorsi dedicati tra infettivi conclamati o presunti e patologie ordinarie. Ciò determina un aumento vertiginoso della possibilità di contagio tra pazienti positivi e pazienti negativi. Tale situazione di promiscuità, derivante dai limiti strutturali, dall’inutilità di avere un mini reparto covid dove non esiste nemmeno la possibilità di curare adeguatamente i pazienti, dall’assenza di zone di decontaminazione a norma, di zone per la vestizione la svestizione, per tutti i limiti e le carenze dei DPI, non può che aggravare di giorno in giorno la situazione. Il personale deve avere una sorveglianza sanitaria strettissima, dal rilievo della temperatura di ogni operatore all’ingresso, ai tamponi ogni 48 h, al continuo rifornimento degli adeguati DPI. La mancanza di procedure, dell’individuazione dei percorsi e delle responsabilità, generano solo promiscuità ed approssimazione redendo l’ospedale l’epicentro di un focolaio nostrano. È responsabilità del Sindaco come massima autorità sanitaria cittadina esigere presso il governo regionale e nazionale le massime tutele per la cittadinanza di cui è responsabile. Senza competenze nonostante il ruolo si può e si deve pretendere solo questo.

Prendi questa mia nota come un contributo non strumentale ma propositivo. Ti assicuro è questo il mio unico intento.

Ti ringrazio anticipatamente.

 

Tonino Scala

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