Tocilizumab quasi introvabile

di Floriana Mastandrea

Mia moglie salva grazie al Tocilizumab quasi introvabile, ma necessitano organizzazione e
competenze – Rocco Cusano
Tosse forte, tosse e ancora tosse, durante la conversazione ormai consueta con Rocco Cusano, presidente
dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Avellino (OPI), ma soprattutto, impegnato in un’ardua battaglia
per la salute di sua moglie, dei suoi anziani genitori, da giorni in attesa dell’esito del tampone, della sua e infine
di quella dei suoi concittadini. Ieri, lui che ricordiamolo, è risultato positivo al tampone, era particolarmente
fiacco, non riusciva ad alzarsi dal letto, dopo aver perso molti sali minerali per la dissenteria. Gli chiedo se non
sarebbe più opportuno ricoverarsi, mi risponde che deve resistere, non può fare altro, si è procurato bustine di
potassio e magnesio, è a casa, bada ai due figli, una bambina di 11 anni e un ragazzo adolescente. Delle
condizioni della moglie ricoverata da giorni nel reparto Covid-19 dell’Ospedale Frangipane di Ariano, chiedo
aggiornamenti.
Ho saputo da medici e colleghi, che me lo avevano nascosto per non agitarmi, che ha passato un brutto
momento: stavano per portarla in rianimazione, poi le hanno messo la C-pap (ventilazione meccanica) a cui ha
risposto positivamente, così hanno temporeggiato e il pericolo è stato scongiurato. E mia figlia, per la gioia, ha
saltato talmente tanto, che temevo sfondasse il solaio. Il peggio per la madre è passato, ma il percorso è ancora
lungo: la Tac è stata alquanto disastrosa perché ha evidenziato delle interstiziopatie, segni della polmonite che
ha avuto. Ci vorranno di sicuro alcuni mesi. Stanno valutando il percorso da fare. Farà un paio di tamponi e se
saranno negativi, avrà due opzioni: potrà continuare le cure presso la clinica Villa Maria dove pare abbiano
fatto una convenzione con la Regione per i pazienti post- Covid, oppure tornare a casa in convalescenza
seguendo una terapia domiciliare.
Ti sembra ci sia adeguata competenza nell’affrontare il Covid-19?
Considerando che il virus non si conosceva, competenza è una parola grossa. La dr.ssa Annamaria Bellizzi (Uoc
Medicina Covid), che sta seguendo mia moglie, talvolta si consulta con pneumologi del Moscati di Avellino e sta
applicando lo stesso protocollo che viene seguito in Lombardia. Stanno usando il Tocilizumab, che blocca la
reazione immunitaria abnorme innescata dal virus. Il farmaco, sperimentato grazie all’intuizione del professor
Ascierto del Pascale di Napoli, consente di bloccare l’interleukina6, responsabile del processo infiammatorio
associato all’artrite reumatoide. È grazie al Tocilizumab che hanno preso mia moglie per i capelli e l’hanno
salvata. Solo che il farmaco non sono più riusciti a procurarselo e questo è un altro grosso problema.
Che pensi degli ispettori che sono stati inviati da De Luca a controllare l’ospedale di Ariano?
Un controllore che ha scelto di dare un incarico verticistico a chi poi va a controllare, potrà mai ammettere di aver sbagliato scelta?
Un’altra questione salta agli occhi a noi del settore: nei reparti non abbiamo dispositivi e ci hanno dato le
mascherine chirurgiche che non servono a nulla, visto che servirebbero le FFP2 oppure le FFP3. Pensa che sono
venuti gli ispettori con l’intero staff dirigenziale dell’Asl indossando le FFP3 per fare una riunione in aula
magna! Avrebbero potuto fare a meno della mascherina o al massimo sarebbe bastata quella chirurgica, vista
la distanza tra loro, in un’aula che può contenere fino a 100 persone e lì c’erano 10 primari. Incredibile: dicono
che non ci sono e alla fine, per loro le mascherine si trovano e per noi in prima linea, no! Stiamo chiedendo
tamponi per il personale e scopriamo che mentre a Sant’ Angelo dei Lombardi hanno fatto i tamponi a tutto il
personale, che è risultato negativo, ad Ariano che è zona rossa e in ospedale ci sono i pazienti positivi, ancora
nulla. Forse perché siamo troppo lontani da Nusco e per qualcuno l’Irpinia finisce a Grottaminarda?
Come valuti il trasferimento dei pazienti del Centro Minerva al Frangipane?
Ben venga lo screening al personale e ai pazienti, che è stato fatto dopo lo scalpore che ha suscitato la situazione del Centro, ma va fatto notare che presso il Frangipane, l’emergenza è sorta 15 giorni prima: ciononostante, non c’è stata alcuna sollecitudine. Portare oltre 20 persone senza avere il personale che possa prendersene cura, è una scelta azzardata. Abbiamo suggerito più volte alla Morgante (n.d.r. direttore generale ASL) di assumere il personale da scorrimento di graduatoria per i concorsi fatti al Moscati e non ci ha ascoltato.
I ragazzi delle cooperative intanto vanno via accettando le nuove offerte di lavoro per l’emergenza, nella
speranza di essere assunti, in futuro. La Morgante, ha fatto a suo tempo un bando per il personale a 30 €
all’ora, che al momento della firma però, diventavano 15 € lordi. Amara scoperta: se si considera che bisogna
aprirsi la Partita Iva, cosa rimane dunque in tasca, 6-7 € ? E costoro devono rischiare la vita senza nemmeno
avere i dispositivi di protezione personale? L’inettitudine e l’inefficienza si vedono nell’incapacità e nei ritardi
con cui si organizza: si dovevano assumere per tempo, infermieri, infettivologi, internisti, rianimatori, non
bastano degli specializzandi! Bisognava procurare i dispostivi, e non portare gli operatori ad ammalarsi. Serviva
un progetto preciso, che dividesse adeguatamente i settori e i percorsi: oggi se si arriva in ospedale per una
qualsiasi necessità, che non sia il coronavirus, si deve sperare di essere fortunati, visto che i percorsi sono
promiscui e si rischia di infettarsi del Covid-19. Bisogna sanificare, isolare e dividere i percorsi, nonché
attrezzare adeguatamente con tutti gli strumenti, senza attendere le donazioni sporadiche di qualche privato.
In Lombardia in pochissimo tempo hanno costruito un ospedale, attrezzandolo di tutto punto e noi? Pensiamo
davvero di contenere il contagio solo stando a casa o, con questa disorganizzazione, non si sta piuttosto
spargendo il virus?

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